La prova costume è superata!
di Letizia di Gennaro –
Una delle torture moderne inflitta alle donne dalla società è la maledetta prova costume.
Centinaia di ragazze in fila al camerino con una varietà di bikini diversi, nella speranza di essere riuscite a eliminare quei due chili “di troppo” per sentirsi meno in colpa con se stesse e pronte a sfoggiare al meglio i costumi in vacanza. Di base non ci sarebbe nulla di male, provare un capo di abbigliamento per vedere come sta, prima di comprarlo è un
sacrosanto diritto.
Eppure, questa famosa “bikini challenge annuale” è ormai diventata un rito di iniziazione che non fa altro che instaurare un meccanismo di ansia e frustrazione in tantissime donne che non riescono a raggiungere la “perfezione” delle modelle di Intimissimi. Quindi a meno che non si abbia già un’autostima a mille, l’idea di dover mostrare il proprio corpo
seminudo in spiaggia, in piscina, al lago o da altre parti in mezzo ad altre persone, un po’ spaventa. Il corpo delle donne entra a stretto contatto con quello delle altre e scatta inconsciamente una competizione mentale ancora più ardua e sottile. Le smagliature e la cellulite che nei mesi precedenti erano nascoste dai pantaloni, ora sono in bella mostra
sulle cosce illuminate della luce del sole, come se averle poi fosse una punizione per non essere state troppo attente alla linea o eccessivamente aggressive con la dieta.
La frase: “Il corpo è mio faccio quello che voglio” a quanto pare va bene solo se usata in discorsi futili da salotto, o se ci si vuole mostrare più saggi di quello che non si è. Quando invece si tratta di applicarlo alla realtà il concetto viene meno e i corpi delle donne sembrano essere di pubblico dominio.
Ciò che si dovrebbe fare è permettere alle persone, donne e anche uomini, di sentirsi a proprio agio con il corpo che hanno deciso o meno di avere, e renderle libere di camminare sulla sabbia sorridenti e tranquille senza timore di poter ricevere un giudizio negativo.
Anche perché alla fine i giudici più spietati siamo proprio noi stessi.